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Eventi

Tutti tradizionali luoghi di incontro della comunità dei casellesi testimoniano il nostro specifico stile di vita che sono una componente non trascurabile per la caratterizzazione della nostra identità.

Dalle sagre, occasione d’informazione d’incontro sempre più scritto intorno alla sacralità del buon cibo, alle feste popolari. Anche negli immancabili mercatini emergono valori propri della comunità. In questi piccoli paesi cilentani la carta moneta non rappresentava la pratica ragione di scambio per gli acquisti quotidiani perché l’insieme senza la filosofia del commercio locale era affidata, a volte lo è ancora, al baratto.

Nei mercati si rintracciano anche le primizie prodotti di stagione dei contadini locali: al mercato del sabato ogni settimana, presso la fiera dell’Epifania il 6 gennaio, la quale comprende molte specialità gastronomiche soprattutto a base di frutta secca, alla festa della gatta al 26 27 aprile, alla fiera di S. Pietro il 29 giugno, alla fiera di settembre in occasione della festa del patrono.

Il 16 gennaio invece si annuncia con le voci delle campane dei campanacci S’antuono Mascari e Suoni la quale termina con un falò finale in piazza.

L’estate si propone non è più significative immancabili appuntamenti:

-        Il Palio del grano ( nel mese di luglio, il primo secondo weekend, dipende dalla maturazione del grano), una rievocazione dell’antica mietitura trebbiatura del grano così com’era cinquant’anni fa, in forma di gara aperta anche ai più piccoli. Li propone rituali propri della vita rurale fortemente radicati nel tessuto sociale delle vecchie generazioni ed attualizzati in forma di gioco. Coinvolge l’intero territorio dei comuni circostanti gemellati in un rapporto di comparaggio.

-        La sagra del salame ( nella prima decade di agosto). Derivato dalle antiche lavorazioni delle locali sono arrivate fino ai giorni nostri, il salame uno dei prodotti più autentici tutto territorio casellese. La sagra mancano il trentennale tradizione diventata nel tempo sintesi di una terra che trovano il cibo uno dei suoi maggiori ambasciatori. Una festa storica nella quale il sapere contadino si propone un prodotto di grande qualità, vino, musica e balli completano la festa.

-        La sagra del cinghiale ( La seconda  decade di agosto). Legata alla tradizionale presenza dei cinghiali selvatici sul territorio e di un’antica tradizione di caccia, consente di scoprire i sapori e le suggestioni legate all’utilizzo della cacciagione come alimento tradizionale che sovente costituisce il punto di forza della ristorazione locale.

L’ambiente musicale cilentano è un mondo misterioso e nascosto che esprime significativi aspetti culturali delle radici del Cilento. Fulcro della cultura popolare cilentana sono i canti tradizionali tipici, che proprio dal luogo d’origine prendono il nome di cilentane. Sono brevi composizioni poetiche di stampo popolare elaborato in forma dialettale, il cui schema è generalmente composto da otto versi endecasillabi, raggruppate in due strofe a rima alternata, cantate da uno o più persone.

Il canto abbraccia un aspetto tipico della società contadina legata all’improvvisazione, un aspetto della tradizione quasi scomparso che tuttavia la rappresenta in pieno.

La vita contadina celebrava i momenti lieti con canti, nei campi, nelle osterie nelle feste. I temi erano i più svariati, canti d’amore, di sdegno, burleschi, di cronaca o di politica, canti briganti testi e delle guerre. Tutto fa parte del canto, il modo di vedere il mondo, fiabe storie di vita, esperienze biografiche. Le grandi occasioni benedicenti dei suoi tradizionali sono le feste, o al termine dei pellegrinaggi  durante la salita dove le compagnie di pellegrini sostano in punti prestabiliti per riposarsi. Sono questi i momenti nei quali l’animo popolare si esprime nelle musiche tradizionali con gruppi di strumenti, chitarra battente, organetto, zampogne balli che si aprivano con pizziche, tammurriate e tarantelle in versione cilentana

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